martedì 20 novembre 2007

Leggete bene!!! Dal sito della LIMAV - Medici Internazionali CONTRO la Vivisezione

Subito un pò di foto che potete consultare, per RENDERVI CONTO DI CIO' CHE ACCADE DURANTE LE SPERIMENTAZIONI, al seguente link

http://www.mediciinternazionali.org/photo/vivisezione.htm

Dopo averle viste mi è venuta in mente solo una cosa:
SPERO CHE A TUTTI COLORO CHE PRATICANO LA VIVISEZIONE, E ANCHE E SOPRATTUTTO A COLORO CHE INFLIGGONO TORTURE O "SEMPLICI" CATTIVERIE ED ANGHERIE AD ALTRI ESSERI, SIA DATA LA POSSIBILITA' (IN NOME DELLA SCIENZA, E' LOGICO...........) DI ESSERE TRATTATI CON LA STESSA "CURA" CON CUI LORO TRATTANO GLI SFORTUNATI ANIMALI CHE FINISCONO SOTTO LE LORO MANI E ANCHE CON LA QUALE SI PROPUGNANO I SALVATORI DELL'UMANITA'....

Ed ora un documento "programmatico"che vi riporto per intero dal sito www.mediciinternazionali.org


L'antivivisezionismo scientifico combatte la vivisezione criticandola perché ritenuta una pratica scientificamente non valida, trascurando nelle sue considerazione tutti gli aspetti etici perché la non validità scientifica della vivisezione può prescindere da essi. Inoltre oltre a non avere valore scientifico per le ragioni esposte di seguito, la sperimentazione animale è anche una pratica pericolosa, che conduce a risultati spesso catastrofici per la salute umana.
La critica scientifica alla vivisezione è esercitata da persone che lavorano direttamente nel campo medico-scientifico, quindi scienziati, medici e ricercatori.

La prima considerazione avanzata si basa sul fatto che uomo e animale, qualunque animale, presentano differenze tali da non poter essere utilizzati l'uno come modello dell'altro. Lo stesso vale anche per le specie animali tra di loro, nessun animale, nemmeno un ceppo di animali appartenenti alla stessa specie, può fungere da modello per un altro ceppo e tanto meno per un'altra specie. Le differenze sono evidenti sul piano anatomico, fisiologico, metabolico e così via, conseguenza nella differenza del patrimonio genetico che è unico di ogni specie. Persino l'animale con cui condividiamo il 98% dei nostri geni è incredibilmente diverso da noi.
La presenza di analogie, come il fatto di avere una bocca e due occhi, o di avere un fegato e dei reni, non è sufficiente sul piano scientifico per utilizzare specie diverse come modello per un'altra.
Infatti dietro a queste grossolane somiglianze vi sono meccanismi metabolici, fisiologici, chimici che sono altamente specie-specifici e a volte variano persino da individuo a individuo all'interno della stessa specie, tanto che gli esperimenti vanno eseguiti su un campione rappresentativo di soggetti per ovviare alle differenze individuali.
Come si può allora pretendere di estrapolare i risultati dei test su animali per applicarli all'uomo, e in base a quale criterio si sceglierà la specie animale da utilizzare?
La divisione in due categorie uomo e animale è del tutto fuorviante in questo senso, in quanto fa pensare che nell'insieme "animale" tutti i componenti siano tra loro equivalenti. Il principio che sottende a questa distinzione non è di carattere scientifico, ma è dettato da una distinzione morale che esclude gli animali dalla sfera etica e quindi li rende disponibili come soggetti sperimentali, creando un grande calderone dal quale attingere, e in questo senso un animale vale l'altro.


Gli esperimenti sugli animali non possono quindi condurre a nessuna conoscenza per quanto riguarda l'uomo, possono invece rallentare o impedire l'avanzamento della scienza in questo campo quando non sono addirittura dannose, come si è continuamente verificato nella storia della medicina.

I test di sostanze o farmaci eseguiti su animali danno risultati viziati da un errore metodologico di fondo, ovvero l'utilizzo del modello animale per l'uomo, e in più non rispondono ai criteri di validità e riproducibilità. La risposta dell'animale ad un dato stimolo dipende largamente dalle condizioni sperimentali come l'età dell'animale, il sesso, l'illuminazione della stanza, l'alimentazione, la temperatura e così via. Una stessa sostanza somministrata in condizioni diverse può portare a risposte del tutto dissimili. La finalità del test sull'animale è quella di ottenere delle indicazioni che predicano il risultato che la sostanza testata, piuttosto che la tecnica chirurgica utilizzata, avranno poi sull'uomo. Ma il risultato che si ottiene sarà valido solo per quella specie animale sotto quelle determinate condizioni in cui si è svolto l'esperimento, non potrà essere esteso all'uomo per le ragioni sopra descritte. Lo scopo dell'esperimento viene perciò eluso, ciò che si voleva scoprire non è raggiungibile con questo metodo. L'unica cosa che potrà essere stabilita sarà, dopo che la stessa sostanza verrà somministrata ad un essere umano, se l'uomo e l'animale hanno reagito similmente o meno, ma questo solo dopo aver osservato la risposta dell'uomo e averla paragonata con quella dell'animale. E anche ammettendo che la reazione risulti essere simile, lo sarà solo per quella particolare sostanza o tecnica chirurgica sperimentata sotto quelle particolari condizioni, e non generalizzabile ad altre sostanze o a condizioni sperimentali diverse.

La previsione degli effetti non può essere raggiunta con questa metodologia, che rappresenta solamente un passo inutile e dispendioso e fuorviante nella ricerca. La sperimentazione animale non è predittiva in alcun modo per l'uomo.
Inoltre può succedere che sostanze potenzialmente utili per l'uomo vengano scartate perché risultate tossiche per l'animale da esperimento. Un esempio eclatante è rappresentato dalla cangerogenicità del fumo, ritenuto innocuo per l'uomo nonostante le evidenze epidemiologiche, perché gli animali da esperimento utilizzati per indagarne la tossicità non sviluppavano il tumore.
I vivisettori e le case farmaceutiche sono ben più che consapevoli che ciò che vale per un animale non vale necessariamente anche per l'uomo, e a seconda dei loro interessi sfruttano questa ambiguità a loro vantaggio. Se hanno interesse ad introdurre una sostanza sul mercato, sosterranno che il test sull'animale non è in grado di provarne gli effetti sull'uomo, riuscendo così a uscire incolumi da eventuali processi dovuti alla tossicità dei farmaci messi in commercio.

La sperimentazione animale è quindi una miniera d'oro per le case farmaceutiche, che permette loro di introdurre sul mercato qualsiasi tipo di sostanza senza doverne poi pagare le conseguenze in caso di catastrofe. I disastri della vivisezione hanno comportato milioni di morti dovuti alla tossicità di farmaci, e milioni di bambini nati malformati a causa della teratogenicità di alcune sostanze assunte dalle madri in gravidanza, risultate però innocue sugli animali da esperimento. Il caso forse più famoso a proposito è quello del talidomide o contergan, messo in commercio come "tranquillante innocuo, adatto soprattutto alle gestanti". Senza considerare che la quinta causa di morte negli USA è dovuta alla iatrogenicità dei farmaci.

Le ragioni per sperimentare sugli animali però esistono e sono prevalentemente di tipo economico. Grazie alla vivisezione le case farmaceutiche possono tutelarsi nel caso i loro farmaci provochino danni alle persone che li assumono, dichiarando che la sperimentazione sugli animali prevista dalla legge non ha sortito effetti simili. Solo negli ultimi undici anni in Italia sono state ritirate dal mercato più di 22.000 specialità farmaceutiche, perché rivelatesi non idonee o pericolose, nonostante la sperimentazione animale avesse garantito la loro innocuità.

Anche l'istituzione universitaria comporta che la vivisezione sia una pratica largamente in uso, infatti per far carriera in questo ambito ci si basa sul numero di pubblicazioni prodotte, e l'utilizzo di animali rappresenta la via più facile e veloce, senza dare importanza al fatto che gli ciò che viene scoperto sia poi di qualche utilità per l'uomo. Inoltre la vivisezione è un business che fa girare miliardi di euro, esistono multinazionali che allevano animali adatti alla sperimentazione, che rispondono cioè a determinati canoni standard. Poi vi sono le industrie produttrici di cibi standard, di gabbie di contenzione, di stabulazioni, ditte addette ai trasporti e così via.




3 commenti:

Anonimo ha detto...

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polis ha detto...

Io sono contro la tortura ed esperimenti gratuiti su animali e uomini, il punto è che ci sono malattie gravi ove in alcuni casi la sperimentazione potrebbe essere utile e necessaria. Ripeto malattie gravi!!! non certo gli effetti dell'alcolismo o dell'obesità o problemi ortopedici per i quali si spaccano le ossa ai cani, si ubriacano animali o li si fanno scoppiare dal grasso per le cure dietetiche.
Malattie gravi intendo cancri, aids ecc.... comunque non esperimenti del cavolo ma molto dolorosi.

Sarah ha detto...

Un sito "amico"! Grande! Ma l'ultimo post è un pò vecchiotto...ti sei stufato di lottare?! No eh?! ;)