lunedì 3 marzo 2008

Dopo la famosa isola di "Lost", ecco la triste "Isola di Plastica"...





Anche se la notizia è stata divulgata qualche settimana fà da quasi tutti i telegiornali e da qualche quotidiano, vorrei aggiungere la mia voce (seppur piccola) nel "denunciare" l'ennesimo SCEMPIO AMBIENTALE causato dall'uomo, o per meglio dire dalle attività dell'uomo.

Ho cercato di documentarmi un pò più approfonditamente e, riassumendo, ho scoperto che:
  1. Il nome che è stato inventato per questo fenomeno è "Pacific Trash Vortex", ovvero "Vortice di Spazzatura dell'Oceano Pacifico".
  2. Il fenomeno è già noto dal 1997, grazie alla scoperta casuale effettuata dal navigatore americano Charles Moore che, involontariamente, si è imbattuto in quest’area che sulle mappe nautiche è chiamata “il cerchio del Nord Pacifico” (North Pacific Subtropical Gyre), ovvero un vortice in cui l’oceano circola più lentamente per l’assenza di vento e un sistema di pressione atmosferica estremamente alta. L’area è una specie di deserto oceanico, dove la vita è ridotta solo a pochi grandi mammiferi o pesci. E' anche per questo che tale zona è poco conosciuta anche dagli stessi naviganti.
  3. Si dovrebbe, anzi si deve parlare di 2 ISOLE, perchè si tratta di due masse distinte: una “massa di rifiuti occidentale” che va da 50 miglia nautiche al largo della California fino alle Hawaii (mossa da correnti marine che si muovono in senso orario) e di una “massa di rifiuti orientale” che va dalle Hawaii fin quasi al Giappone (mossa da correnti marine che si muovono in senso antiorario), come potete vedere anche dalle immagini che ho inserito.
  4. Dai biologi marini è anche denominata "zuppa di plastica".
  5. Dalle ultime misurazioni, sembra che questa maledetta isola: abbia un diametro di 2.500 Km, uno spessore che varia dai 10 ai 30 mt. e sia composta da 4 milioni di tonnellate (per alcuni: ma la cosa è poco credibile visto l'enorme diametro di questo fenomeno) o, cosa più probabile, da 100 milioni di tonnellate di rifiuti.
  6. L'80% di tali rifiuti è composto da plastica.
  7. Questa enorme massa ha probabilmente iniziato a formarsi negli anni '50.
  8. Oltre l'80% del pattume che forma le due isole arriva dalle attività umane dei vari continenti e il restante 20% dalle navi mercantili, da quelle private e dai pescherecci.
Ecco qua.
Ora potete prendere visione, in maniera molto semplice e schematica, delle dimensioni e della gravità di tale situazione causata ESCLUSIVAMENTE dalle attività umane.
Questo è lo schifo che siamo in grado di creare noi umani evoluti e proiettati nel futuro , che però non siamo nemmeno capaci di vivere il presente e preservarlo per poterlo vivere in futuro: per noi e SOPRATTUTTO per le generazioni future.
Milioni di tonnellate di materie plastiche che hanno invaso, negli ultimi decenni, i nostri mari e i nostri oceani. Senza considerare il fatto che non si sa quale sia la quantità di tali materie NON BIODEGRADABILI che si sono frantumate e sminuzzate ed hanno invaso i fondali causando la morte di pesci, mammiferi marini, flora acquatica e ogni altro organismo e abitante dei nostri bistrattati mari o oceani. Quindi inizia a farsi pressante (ma forse è GIA' TARDI!) il dovere di farci un bell'esame di coscienza e cominciare a ridurre la produzione di materie plastiche e di ogni altro genere di prodotti che per la loro distruzione hanno bisogno di centinaia di anni.
I rifiuti, la loro raccolta e tutti i problemi ad essi collegati si possono "combattere", tra le altre cose, solo riducendone la produzione e pensando ad una revisione del packaging (basterebbe farli molto più minimalisti o, per meglio dire, ECOCOMPATIBILI!) di tutti i prodotti industriali e non.

Pensiamoci!

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